I post più letti e... quelli che nessuno si fila

In questi giorni ho letto un post di Alessandro Girola su Plutonia Experiment (Come e perché chiude un blog) che rifletteva sulle attuali tendenze della blogosfera e che in qualche modo rispecchiava anche il mio pensiero.
Così, anche se il 2014 non è ancora finito, ho pensato di provare a tirare un po' le somme sull'anno trascorso su "Anima di carta", guardando insieme a voi quali sono stati i post più letti e i meno apprezzati.

Tanto per capire, qual è il trend...

(Da questa classifica ho escluso i post di avvisi vari, auguri, e altra robetta insignificante).

Cominciamo a vedere quelli più letti in base alle statistiche. Questi sono i primi dieci articoli:
1) I personaggi e le 5 fasi dell'elaborazione del dolore
2) Come fare una sinossi rapida ed efficace
3) 10 cose da evitare nei dialoghi
4) Un programma per chi scrive narrativa: Ywriter5
5) Identikit di 12 scrittori tipo
6) A che serve avere un blog
7) Sfruttare i processi inconsci nella scrittura
8) Chiedere una recensione on-line
9) Scovare ripetizioni in un testo
10) Quando gli ebook si considerano un nemico

La prima riflessione che mi viene da fare è che nessuno dei post nella top ten è tra quelli che io considero i più impegnativi o che mi sono costati più fatica, tempo e documentazione. Né tra questi ci sono quelli che io considero i migliori da me scritti.

In linea generale, poi, si potrebbe anche dire che questi post giovano delle ricerche su Internet, infatti parlano di argomenti generici.

I più letti, comunque, non sempre coincidono con quelli più commentati. I primi 5 post che hanno ricevuto più feedback sono stati questi:
1) I 7 vizi capitali degli scrittori
2) Sette paranoie da blogger
3) Quando gli ebook si considerano un nemico
4) 10 tipologie di non-lettori
5) Identikit di 12 scrittori tipo

Sarà un caso che questi post hanno in comune di essere degli elenchi? Non credo. Si conferma quindi la netta tendenza ad apprezzare i post più facili da leggere. E anche da scrivere.

Scopriamo insieme cosa è risultato meno interessante, insomma i post che potevo anche evitare...
1) Revisionare un romanzo #4

2) Gli aspetti intangibili di un romanzo

3) "Vero come la finzione"

4) Revisionare un romanzo #6

5) Revisionare un romanzo #10

Quelli che seguono, poi, nella classifica dei "peggio considerati" sono guest-post o interviste quindi per rispetto nei confronti degli autori evito di citarli.

Qui vorrei fare qualche considerazione. Tra i post meno letti ci sono quelli sulla revisione, e questo conferma il fatto che ciò che costa più fatica è meno apprezzato, e che più vai a fondo in un argomento e meno riscontri ci sono. Triste.

In conclusione 


Rispetto all'anno scorso ho già fatto qualche cambiamento, riducendo drasticamente le recensioni e le interviste. Entrambe le tipologie, infatti, sono poco apprezzate.

Se dovessi basarmi su tutti questi dati per il futuro, però, dovrei lasciar perdere anche gli argomenti troppo tecnici e privilegiare quelli di interesse generale. Ma è questo che voglio? In realtà, no. Mi accorgo, al contrario, di avere sempre più l'esigenza personale di approfondire le tecniche di scrittura o di andare a fondo su questioni in cui mi imbatto scrivendo. Insomma, proprio quei post che meno vengono letti, che richiedono più tempo ed energie per essere scritti. Quanto ne vale la pena non lo so, ma ciò che penso è che conti più il confronto che i numeri.

Credo, in conclusione, che a dispetto di questa analisi, continuerò a fare come sento. Ci saranno, naturalmente, anche post "facili", perché comunque è piacevole scriverli, ma mi rifiuto di adattarmi al trend. Credo che questo sarebbe paragonabile a chi si adegua al mercato dei libri, scrivendo storie che non sente proprie.

Come nella narrativa, secondo me anche qui vale il discorso "scrivi ciò che vorresti leggere", e se sono onesta devo dire che mi piace leggere articoli che approfondiscano un argomento, piuttosto che cose trite e ritrite ma di moda.

Mi interessa molto la vostra opinione su tutto ciò. Voi cosa fareste, vi adattereste o continuereste a seguire ciò di cui vi interessa parlare? Avete provato a fare un'analisi di questo tipo riguardo ai vostri blog?

Commenti

  1. Io sono online solo da sette mesi e, anche se non ho ancora redatto una statistica approfondita come la tua (magari scriverò un "meme di maggio" in occasione del primo compleanno del blog) mi sono fatta qualche idea.

    Innanzi tutto, i miei due post "preferiti" (secondo il mio gusto personale) hanno ricevuto poche visite, e ne sono rimasta un po' delusa. Uno è quello sui non-luoghi e l'altro quello sulla verità interiore che trascende l'autobiografia. Non sono comunque i fanalini di coda.

    Il post più letto in assoluto è stato quello sul Jolly, con 350 visualizzazioni seguito da "le qualità psicologiche e spirituali dello scrittore". Non so se tale visibilità dipenda però dalla qualità del post: il primo ha ricevuto un sacco di visualizzazioni dai motori di ricerca mentre il secondo è stato condiviso da Andrea Giuliodori, il blogger che cito nell'Intro. Ed il suo blog è molto seguito.

    Nemmeno da me le recensioni hanno un gran seguito, eccetto quella sulla "Trilogia del male", che mi stata ritrweetatta dalla Marsilio stessa. Per questo, ho rinunciato all'idea di curare una rubrica, come accennato nel post "Cento giorni di felicità".

    Sai cosa mi sorprende? A differenza di te, non riesco ancora a definire un trend. Non posso dire "i post tecnici tirano di più" o "quelli spirituali tirano di meno" perché sembra tutto affidato al caso. Sarà che anche la scelta dell'articolo di solito segue la mia ispirazione ... mah, vedremo in futuro!

    P.S. Ma questo è il post del martedì in ritardo o quello del venerdì in anticipo? XD
    P.S. II Per curiosità, i miei guest-post come sono andati? Se ti va dimmelo pure in privato! :)

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    1. Questo è il post unico della settimana, purtroppo. Vedremo se con il nuovo anno riuscirò a riprendere il solito ritmo.

      I tuoi guest-post sono andati benissimo e vengono ancora letti, tranquilla:)

      Penso che un trend vero e proprio possa venire fuori solo con almeno un anno di statistiche, però mi pare che le visualizzazioni dai motori di ricerca anche nel tuo caso privilegino argomenti d'interesse generale. Forse, dopotutto, è giusto così.

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    2. Sai alla fine quelli che sono andati sul "jolly" ci sono finiti cercando altre cose (discoteche, negozi ecc.) però si tratta anche di uno dei post più commentati e condivisi dai lettori, quindi credo che ad aumentare le visite siano stati più fattori. è molto staccato dal resto della classifica, ha 150 visualizzazioni in più rispetto al secondo.

      Però cosa devo dire? So che i miei post sono lunghi e difficili da seguire (di elenchi non ne ho mai messi) ma rispecchiano il mio stile, e posso contare su una buona rete di lettori fissi. Non avendo particolari esigenze di visibilità o di "marketing" a me va benissimo così!

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  2. Tra l'altro io credo che i primi mesi valgano poco a livello statistico: ero un'illustre sconosciuta!

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  3. Virtus in medio est: la scrittura è un mezzo di comunicazione e quando si scrive un blog, ma anche quando si parla ad un pubblico reale e fisicamente presente, è bene calibrare il linguaggio ed in parte anche i contenuti venendo incontro agli interessi e livello culturali ed alla curiosità degli ascoltatori/lettori, piuttosto che trincerarsi dietro una concezione aristocratica della scrittura. Molto dipende dal pubblico al quale intendi rivolgerti: se desideri che il tuo sia il pubblico più ampio possibile devi utilizzare uno stile facilmente comprensibile e porgere i tuoi contenuti in forma divulgativa. Se ti rivolgi ad un pubblico specifico, il discorso naturalmente cambia. L'abilità non credo che stia tutto nel saper scrivere: l'abilità di chi ottiene successo sta nel coinvolgere i lettori, suscitando interesse, attenzione ed infine riuscendo in questo modo a passare effettivamente i propri contenuti. Poi ciascuno ha il suo punto di vista: mi sembra che il tuo sia un blog molto seguito e quindi qualcosa evidentemente riesci a trasmettere molto bene. Complimenti, quindi.

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    1. Quello che dici è giusto, bisogna trovare un equilibrio tra ciò che cerca il pubblico e ciò che vogliamo noi. Per quanto riguarda lo stile, per abitudine cerco sempre di usare un linguaggio semplice, quindi non credo costituisca un problema.
      Grazie per i complimenti :)

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  4. Tu devi seguire la tua nicchia. Quella che ti sei costruita.
    E' chiaro che su 10 persone della tua nicchia, alcuni post saranno letti da tutti e 10 e altri solo dallo zoccolo duro. Anche la nicchia è flessibile, ma è una garanzia: sai che quei 10, in un modo o nell'altro, girano sempre sul tuo spazio.

    Scrivi quel che ti senti, tenendo anche sempre presente che più l'argomento si fa "per pochi", avrai sempre meno persone a leggerti. Perlomeno, a me succede così: me nessuno mi ferma dallo scrivere monografie, o riprovare a fare cortometraggi, esperimenti o comunque post più "difficili".

    Moz-

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    1. Sembra che tutti non sia possibile accontentarli, questo è certo :)
      Quando ho scritto alcuni post più tecnici, qualcuno mi ha scritto in privato dicendo che secondo lui davo troppe cose per scontate... Alla fine, insomma, quello che dici è vero. Si deve seguire la nicchia e non farsi fermare dallo scrivere ciò che ci interessa.

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  5. Io mi sono fatta delle idee, anche piuttosto tristi. I post più visitati sono quelli che accolgono più il pubblico "casuale" proveniente dai motori di ricerca o che sono stati linkati dalle persone/dai siti giusti. Spesso riguardano gli aspetti pratici della scrittura e della pubblicazione. Il lettore casuale cerca la ricetta per la pubblicazione di successo (almeno quello che passa da me).
    I post più commentati sono quelli che piacciono di più ai lettori fissi, con i quali c'è dialogo e scambio. In generale sono quelli che danno più soddisfazione.
    C'è pochissima attenzione da parte del lettore casuale per la lettura e la riflessione sulla scrittura (che fatica la revisione!), finché si parla della ricetta o della tecnica narrativa che bene o male tutti conoscono i lettori arrivano, se si parla di lettura, di fatica, di lavoro di riflessione su quello che si è scritto, scappano.
    Un discorso a parte meritano le recensioni. In generale vengono snobbate, ma se si azzecca il libro/ il film di nicchia di cui pochi parlano o del caso del momento la situazione si ribalta. Il tutto mi porta a credere che ci sia più gente che scrive di quella che legge...
    Detto questo, almeno sul mio blog scrivo quello che mi pare, come mi pare, quando mi pare. Chi vuole leggere è il benvenuto!

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    1. Le tue conclusioni mi sembrano fondamentali :D
      La tua analisi rispecchia pienamente l'idea che mi sono fatta anche io. I lettori casuali o chi arriva dai motori di ricerca non è interessato ad approfondimenti.
      Sulle recensioni, io penso che parlare di libri (così come di film, ecc.) sia un'attività molto bella, anzi lo sarebbe se fosse possibile un vero scambio di opinioni. Ma è difficile confrontarsi perché il libro letto dovrebbe essere condiviso e di rado è così.

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  6. Personalmente, ho letto (e trovato molto interessanti) i post sulla revisione (e quelli che individui come meno letti). Forse perché in questo momento, sulla revisione, mi ci sto scervellando anch'io, forse no. Sta di fatto che, al di là delle statistiche, è ovvio che alcune cose possano essere più lette, altre no. Il dubbio amletico è: seguire o no il trend sul blog? Ma allora, dovremmo seguire il trend anche su ciò che produciamo come narrativa? La risposta è ovviamente scontata. Segui, pertanto, la tua strada e, per quanto mi riguarda, alcuni tuoi post mi piacciono più degli altri, ovvio, ma ti assicuro che anche quelli che condivido meno (o non mi "catturano" più degli altri), li leggo... per cui... buona scrittura su tutto ciò che ritieni utile e ... semper ad maiora. Ciao. Carlo

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    1. Mi fai felice :D Grazie!!
      Sì, seguirò la mia strada, comunque andando incontro alle esigenze di chi legge. Il paragone con la narrativa è giusto, anche lì c'è una sorta di compromesso, ma resta fondamentale scrivere di ciò che si sente, ciò che tocca la nostra ispirazione. Il resto è aria fritta.

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  7. Nel mio blog, che a differenza del tuo non ha una collocazione precisa, ma spazia tra letteratura, cinema, fumetto, mitologia, autobiografia ecc. ecc., la parte del leone la fanno gli articoli sulle fiabe.
    Poi, come nel tuo caso, funzionano bene le liste.
    Ma quello che più mi ha sorpreso, in positivo, è il successo dei miei articoli sul cinema, che mi hanno anche fruttato un gran numero di contatti su twitter da parte di associazioni cinefile e simili. Credo dipenda dal fatto che su questo soggetto in particolare ho scelto una mia strada personale, diversa da quella solita delle recensioni.
    In ogni caso, per concludere, non ho scritto un solo post allo scopo di attirare pubblico. Ho sempre scritto di quel che piace e interessa a me, pur con la speranza che potesse interessare anche altri.

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    1. Mi fa piacere che sia così. In effetti, credo che in uno spazio come il tuo sia ancora più importante seguire un filone personale invece di adattarsi a ciò che le persone cercano. Poi, le tue osservazioni confermano che ci sono persone che sanno apprezzare il taglio originale dei post.

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  8. Non sempre la mancanza di commenti è indice di disinteresse: può giocare, come nel mio caso, la decisione di non commentare se non si ha niente di utile da aggiungere. Anch'io penso che tu debba scrivere sugli argomenti che ti interessano anche se ti costano più fatica, altrimenti si riduce tutto a un inutile bla-bla.

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    1. Il discorso dei commenti infatti non è sempre indicativo. Anche a me capita di leggere e apprezzare dei post, ma di non lasciare commenti perché non ho nulla da dire e finirei per scrivere solo "bel post". Poi, non tutti amano lasciare tracce...

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  9. Io ho letto tutto, da quando mi sono "iscritta". Fatta eccezione l'ultimo periodo per problemi personali, ma spero di recuperare sotto le feste.
    L'unica statistica che manca, in effetti, è il periodo dei post più letti e più commentati. Esempio (ma non ho verificato): se i post più impegnativi li hai scritti nel periodo estivo, potrebbero risultare meno letti e/o commentati perchè comunque è un periodo di minor frequentazione della rete.
    Quindi, prova a rifare le stesse statistiche divise per mese...magari danno una spiegazione in più!

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    1. Al di là di tutto, spero che i tuoi problemi personali si stiano risolvendo.
      Proverò a seguire il tuo consiglio e a controllare il periodo, ma mi pare di non aver scritto nulla di particolarmente impegnativo durante il periodo estivo.
      Grazie comunque per aver letto tutto :)

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  10. Il mio è un piccolo blog, di cui nessuno sente necessità, perché non faccio liste né propino ricette (che sbaglierei di certo) su come si scrive o si revisiona. Scrivo piccole storie, che a volte possono piacere e che più spesso no; non saprei bene come confrontare la mia esperienza con un blog importante come il tuo.
    Però confermo quello che hanno detto in molti: i post più letti sono quelli che piacciono ai motori di ricerca (il plurale dev'essere majestatis...). Molta gente atterra tra le mie pagine per sbaglio e altrettanto velocemente se ne va. Tranne qualcuno, che ogni tanto si appassiona al tema e si scorre, con una dedizione ammirevole, un centinaio di storie di "consigli di scrittura". Senza lasciare altre tracce che un picco nelle visite.
    Questo è un tema sul quale ho riflettuto anche io, ultimamente, senza riuscire a darmi una risposta che non fosse quella di fermarmi e smettere di pubblicare "a palinsesto", ma solo sull'ispirazione del momento. Forse davvero è meglio "scrivere quello che vorremmo leggere", se non addirittura "scrivere quello che vorremmo scrivere" in barba al pubblico dei potenziali lettori. Perché, mi pare di aver capito, su Internet è il blog che crea la nicchia, e non il viceversa.

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    1. Io ho scoperto da poco il tuo blog e mi sono bevuta tutti i tuoi consigli di scrittura. Anzi, quando ho letto che volevi dare un taglio, mi è preso un colpo!
      Scrivere su ispirazione per me è sempre importante, qui o nella narrativa, ma cerco di abbinare questo modo di procedere a un po' di ordine, altrimenti conoscendomi finirei per lasciarmi andare. Forse però hai ragione, ogni tanto occorre fermarsi e procedere in modo più istintivo.

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  11. Vedo moltissimi blogger fanno riflessioni di questo tipo, ultimamente...
    Io che posso dire? Ho una nicchia davvero ristretta, quindi non mi posso aspettare grandi numeri. Anche se, per assurdo, il mio blog diventasse il più importante blog teatrale italiano, sarebbero comunque pochi quello che se lo filerebbero, perché l'argomento è di per sé di nicchia. L'ho sempre saputo e mi va bene così. L'ho detto fin dall'inizio che, se avessi voluto diventare famosa, avrei fatto la fashion blogger.
    Dipende tutto dallo scopo: se vuoi diventare famoso, devi scrivere di argomenti alla moda. Se vuoi scrivere di ciò che ti appassiona, invece, sai già che non raggiungerai numeri stratosferici. Quindi, continua così! E poi, i blog "alla moda" sono i più impersonali... io ti leggo perché sei tu!

    Nel caso qualcuno fosse curioso, dalle mie statistiche si evince che l'argomento più richiesto in assoluto è "come imparare a memoria le battute". Pare sia quasi l'unica cosa che interessa a chi trova il mio blog. Seguono, poi, le immancabili ricerche su Romeo e Giulietta. Mi sorprende positivamente il fatto che la terza chiave di ricerca in ordine di popolarità sia Vittorio Gassman.

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    1. Grazie, Elisa! Quello che dici mi fa riflettere. Dopotutto non dobbiamo dimenticarci che la scrittura come il teatro sono argomenti di nicchia, quindi è giusto che si affrontino le cose con uno spirito diverso.

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  12. Non ho fatto un'analisi ancora, ma magari provo a farla. Per i post più letti mi baserò su Google Analytics e per quelli più commentati sul plugin che uso. Poi magari farò una sezione del post in cui inserisco i post che invece sono piaciuti più a me.

    Per il 31 dicembre avevo intenzione di scrivere il post "Il meglio del blog nel 2014", ma lo modifico in quest'altra ottica, ché è meglio.

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    1. Volevo inserire anche io i miei post preferiti, ma temevo di allungare troppo il post. Sicuramente, comunque, non coincidono né con i più letti né (per fortuna) con i meno letti.
      Sono curiosa a questo punto di scoprire la tua analisi e le tue considerazioni.

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  13. Ho riflettuto sulle tue domande e sul tipo di post che "vende" di più sul tuo blog.

    Visto che i post più visualizzati non sono quelli a cui sei più affezionata, penso che faresti meglio a proseguire per la tua strada, postando sui tuoi interessi attuali e pubblicando post che ti facciano sentire bene e che riflettano il livello di esperienza a cui aspiri. I post sulla revisione sono splendidi, penso che nel tempo avranno un aumento di visualizzazioni costante.

    Se tu avessi seguito i trend, probabilmente Anima di Carta non sarebbe aperto da cinque anni. Ti saresti già stancata.
    Se tu vendessi prodotti, e mi dicessi "Lisa, il blog mi serve per pagare le bollette", allora forse ti consiglierei di badare ai SEO.
    Ma i tuoi followers cercano contenuti non ripetitivi e "veri"; rischieresti di perderli per strada se cambiassi rotta e propinassi le solite tre regole per scrivere tutti i giorni senza buttarsi giù.

    Ho anche pensato che pur non vendendo prodotti, il blog serve a dare visibilità ai tuoi romanzi. Anche in questo caso, però, riflettendoci, se tu avessi 10000 visualizzazioni al mese (numero a caso) di persone random, che stanno cercando altro o passano a trovarti una sola volta, venderesti magari 10 libri.
    Se tu avessi anche solo 1000 visualizzazioni al mese, ma queste fossero persone che davvero cercano libri e autori validi, ben più di 10 di loro rimarrebbero colpiti dalla serietà e cura che metti nel blog, diventando potenziali acquirenti dei tuoi libri.

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    1. Hai sottolineato un aspetto importante: se non seguissi quello che mi va di scrivere, dopo un po' mi stancherei. Non è qualcosa da sottovalutare, e penso sia valido per tutti quelli che hanno un blog!
      Anche il ragionamento sulle visualizzazioni è corretto. Tra parentesi, quelli che fanno solo marketing dopo un po' stufano.

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  14. Certo mi capita di domandarmi cosa piaccia di più ai lettori del blog, ma non mi è ancora venuta voglia di modificare i miei argomenti di conseguenza. Piuttosto cerco di capire le motivazioni e mi domando come posso rendere più piacevole quello che voglio dire. Non credo che dobbiamo tutti assecondare le tendenze. Una blogosfera di cloni sarebbe solo un motivo per farmi chiudere il blog.
    Hai ragione sui post sulla revisione! Piace molto di più il post che sottolinea gli aspetti entusiasmanti dello scrivere. Allora cosa siamo, scrittori professionali oppure gli estrosi della domenica? Vanno benissimo entrambe le cose, purché capiamo le implicazioni...

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    1. La tua mi sembra un'ottima formula, cioè capire come rendere più piacevole ciò che si vuol dire. Vero è che certi argomenti sono pesanti di per sé e quindi renderli piacevoli non è cosa facile. Ma vale la pena di pensarci su :)

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  15. Non ho mai fatto una vera e propria analisi sull'andamento del mio blog, anche perché Google analytics non so usarlo e non sempre riesco a individuare dalle statistiche chi è un lettore volante e chi no.

    Ci sono però una serie di variabili da tenere in considerazione sul pubblico che segue un blog, e che forse non si sottolinea abbastanza: la mancanza di tempo. Io stessa nell'ultimo periodo non ho avuto il tempo per andare sui blog che m'interessano, leggere e commentare. A volte ho potuto leggere sui mezzi pubblici dallo smartphone, ma non riesco a lasciare un commento e quindi poi il tutto passa e va. Alcuni blogger scrivono due o tre post alla settimana, e io personalmente non riesco a leggere tutto. L'ho constatato anch'io, infatti ora ho ridotto a un post alla settimana perché mi sembra che si riesca a seguirmi meglio.

    Senz'altro ho capito che i miei post più "leggeri" e di conseguenza più fruibili sono quelli che hanno più commenti e visite, questo è innegabile. Però è anche facile ottenere visite e commenti in questo modo. Anche il mio blog, come quello di Elisa, parte come blog di nicchia, perché mischia le tecniche di scrittura con la storia e il romanzo storico, e l'arte (quindi più di nicchia di così).

    Io credo che la libertà che ti offre un blog che non pretende di vendere qualcosa sia impagabile, e bisogna scrivere e condividere quello che si sente più affine, ovviamente in modo che sia leggibile per tutti, piacevole e non troppo tecnico, e qui mi sembra che tu non abbia nessun tipo di problemi, anzi. :-)

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    1. Sì, il fattore tempo lo capisco molto bene! E' chiaro che quando si va di corsa o in particolari momenti della giornata, magari non si ha neppure voglia di leggere cose impegnative o di commentare. E' brutto dirlo, ma quando il tempo è poco, a farci decidere se leggere o meno un post a volte basta un titolo che attira poco.

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  16. Ciao a tutti. Ciao Maria Teresa.
    Dicembre, mese di bilanci. Non ho ancora un blog per cui posso dire la mia solo come lettore. Personalmente leggo i post e le informazioni relative a ciò che in quel momento sto cercando. e questo coincide spesso o con la narrativa o con la terapia alternativa, con tutti gli annessi e connessi del caso. Mi giunge quindi strano vedere che proprio i post che a me interessano di più (quelli sul mestiere di scrivere) occupino l'ultimo posto nella tua lista particolare, perchè sono quelli, tra l'altro, per i quali ora ti seguo! Credo comunque che la qualità sta proprio nella varietà di scelta, nel modo in cui porre e proporre l'argomento e nel feedback di lettori e dello stesso autore. Il bello che i personaggi e i commentatori a volte si presentano in vesti e con avatar diversi, a seconda di quale account usino nell'uno o nell'altro blog, ma alla fin fine li riconosci ben presto. A differenza della stragrande maggioranza di quello che circola nel web, nei blog come il tuo si arriva quasi a "respirare" le persone e talvolta anche a prevedere come Tizio - quel Tizio di PennaBlu, magari - commenterà. Beh un augurone a tutti non ve lo toglie nessuno :-)

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    1. Ciao Enrico! Divertente quello che dici sui commenti... eh sì, ognuno ha la sua impronta :)
      Sai, io credo che gli argomenti sulla scrittura in realtà interessino molte persone, però quelli generici. Ciò che la maggioranza della gente va in cerca di ricette facili, comode da mettere in pratica.
      In ogni caso, è giusto anche considerare la scrittura come un gioco e quindi non trascurare anche questi argomenti più leggeri.
      Grazie per aver lasciato il tuo parere,

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    2. Grazie a te e delle tue "condivisioni" ;-)

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  17. "xkè, serve davvero revisionare 1 romanzo?"

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    1. Oddio, se la tua domanda non è ironica, Alessandro, come pure la risposta di Maria Teresa, allora mi sa che ho sbagliato pianeta :-)

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    2. Tranquillo, non hai sbagliato pianeta :)

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  18. Giusto, perché rovinare la freschezza e la spontaneità di una prima stesura? :D

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  19. Da blogger neofita mi domando e vi domando: ma ciò che attira il pubblico verso un determinato post non saranno quelle stesse modalità legate alla navigazione per parole chiave? Ergo, sembra che un titolo azzeccato potrebbe portare ai nostri blog più visitatori. Ditemi se sbaglio.
    P. S. Ottimo articolo!
    Luz

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    Risposte
    1. Grazie :)
      Come lettrice mi accorgo anche io che il titolo pesa tantissimo nella mia scelta di leggere o meno un articolo. Riguardo alle parole chiave non so, il problema forse non è così semplice. Mi sembra che la necessità di inserire parole chiave a tutti i costi a volte appiattisca un po' i titoli e li faccia scivolare nella banalità. Personalmente, un titolo originale e creativo mi dice molto di più di uno con parole chiave pensate ad hoc.

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    2. Concordo. Penso di aver capito che un blogger dovrebbe crearsi un gruppo di commentatori fedeli e farlo col tempo, costruendosi stima e credibilità, oltre che essere abbastanza bravo da suscitare interesse pressoché costante.
      Luz

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  20. Sostengo la tua idea di non adattarti al trend, anche nel mio interesse. L'elenco in cui ho contato più articoli letti (da me, ovvio^^) è proprio quello dei post numericamente meno rilevanti.
    Spezzo però una lancia sui post facili da leggere. Io adoro quelli strutturati a elenco, soprattutto se leggo da tablet o cellulare.

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    Risposte
    1. Sono contenta che la pensi così :)
      Sui post agevoli da leggere, intendo tenerne conto. Ci sono argomenti in cui non mi viene spontaneo fare elenchi o suddividere il testo in paragrafi titolati, però ne capisco l'esigenza. Come lettrice di blog, anche io li preferisco.

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